
Prelevato l'altra sera dalla scrivania di
P., finito ieri sera.
Mandami a dire
(P.Roveredo, Bompiani 2005) è un libriccino di racconti subproletari di qualità
diseguale; i migliori sono belli, strani e commoventi, altri magari
un po' banali. Quelli migliori, spesso radicati nell'autobiografia, sono però da leggere.
Pino Roveredo è un
autore particolare, con un passato vario che potrebbe farlo
assomigliare ad un Bukovski, se non fosse che rifiuta la
retorica del maledettismo (ma anche i moralismi).
La stranezza sta, a volte, nel linguaggio: autore poco letterario,
Roveredo non è però esattamente naif, sa cosa fa, con un effetto molto personale di prosa
poetica (e, sì, qualche caduta, qualche ingenuità).

Dopo avere letto su
Daemon
un articolo riguardo la narrativa russa contemporanea, mi era venuta
voglia di leggere Pelevin; ne ho approfittato con l'uscita di
La freccia gialla
(V.Pelevin, Mondadori 2005). Sono tre racconti, di cui il primo, molto
lungo, dà il titolo al volume. Questo primo racconto ha sapore
kafkiano: la
freccia gialla è un treno che corre verso un ponte crollato, abitato da
un'intera umanità che pare non essere mai vissuta altrove. Le
famiglie vivono negli scompartimenti, i controllori portano da
mangiare, personaggi corrotti contrabbandano metalli strappati al treno
o al vagone ristorante, cose così. Il protagonista vorrebbe scendere,
assieme a pochi altri che di nascosto ogni tanto si recano sul tetto.
C'è la Russia attuale, su quel treno.
Gli altri due racconti sono invece testimoni dell'interesse di Pelevin
per le filosofie orientali, quasi dei calchi. Non mi sono piaciuti
granché; immagino di non avere capito (o non avere voluto capire)
qualcosa. Leggerò altro di Pelevin.
Sabato 28 maggio alle ore 18, presso il Circolo Pabitele (via Fiume,
Udine) si terrà il primo incontro della rassegna "La poesia ha i giorni
cantati", con i poeti
Pierluigi Cappello e
Mary Barbara Tolusso, abbastanza indegnamente introdotti da me.
Pierluigi Cappello è nato a Gemona nel 1967; Vive a Tricesimo
(Udine). Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: Le nebbie
(Campanotto, 1994), La misura dell'erba (Gallino, 1998), Il me
donzel (Boetti, 1999), Amôrs (Campanotto, 1999), Dentro Gerico (La
Barca di Babele, 2002) e Dittico (Liboà, 2004). Ha vinto numerosi premi
tra cui, nel 2004, il Montale Poesia.
Ha diretto la collana di poesia La barca di Babele, edita a Meduno e fondata da un gruppo di poeti friulani nel 1999.
Mary Barbara Tolusso è nata a Pordenone nel 1966 e vive a Trieste. E giornalista culturale presso due quotidiani.
Ha scritto le raccolte Spine e aghi (1993), Oracoli di cenere (1995),
Cattive maniere (2000), ed il recente "L'inverso ritrovato"
(Lietocolle, 2003), con cui ha vinto il premio Pasolini 2004. Sue
poesie sono apparse di recente su Nuovi Argomenti.
E' anche direttrice di una collana di poesia internazionale per leditore Franco Puzzo di Trieste.
Domani sono a Busseto per la
premiazione del premio Pallavicino, nella Villa Pallavicino, alle 17. Lo scrivo così, per scrupolo; leggerò un po' di poesie da
Algoritmi.
LIBRARSI - letture che sollevano
lettori appassionati leggono scrittori appassionanti. In tua compagnia.
Siamo arrivati alla penultima serata. Presso il Circolo Pàbitelé,
mercoledi 18 maggio alle ore 21:30 si terrà la terza serata di letture
a tema da classici e non della letteratura italiana ed internazionale.
Il tema della serata è "Personaggi voluminosi": verranno letti brani da
C.Collodi, F.S.Fitzgerald, J.Lansdale, S.Marai, H.Melville, Quino,
J.D.Salinger, M.Serra, Z.Smith, O.Soriano.
Per informazioni:
qui.

Quando ci troviamo per preparare le letture di
Librarsi
(a proposito, prossima puntata: mercoledi 18), portiamo diversi libri a
testa e poi facciamo selezione. Capita che un libro non selezionato
passi di mano in mano, e si fermi in mani diverse da quelle di
partenza. Proprio questo è successo con
Il fucile da caccia (Inoue
Yasushi, Einaudi 2004), breve romanzo epistolare di un autore che non
avevo nemmeno mai sentito nominare; questa è la sua opera prima, e risale al
1949.
Un'introduzione, e quattro lettere ad incastro, che presentano un
evento da tre punti di vista. Il tema del libro è probabilmente il
punto di vista mancante. Lingua: quel che nella mia ignoranza mi
aspetto da uno scrittore giapponese.
Una lettura piacevole, di quelle adatte a interrompere, senza distrarmi troppo, la lettura del
Tom Jones di Fielding.
Sabato 14 maggio
Matteo Fantuzzi
è a Udine con le sue poesie; lo introduco io. Ci troviamo al Mossoko -
Commercio Equo e Solidale, alle ore 18 (via Battisti 7, tra piazza
Garibaldi e piazzale XX settembre, all'interno della galleria
Astra). Stesse informazioni
qua.
Algoritmi ha vinto il premio di poesia "
Nelle terre dei Pallavicino". Sono molto contento.

Quasi per sbaglio, sono finalmente riuscito a leggere
Gioventù
(J.M.Coetzee, Einaudi 2002). Storia di apprendistato artistico e
sentimentale di un programmatore, che non riesce né a vivere, né a
lavorare, né a scrivere, tutto preso da modelli letterari che comprende
solo superficialmente. Sullo sfondo, Sudafrica ed Inghilterra degli
anni '60. Sospendo il giudizio:
mi è piaciuto,
l'ho letto volentieri, l'ho dovuto divorare e non ho ancora capito perché (il che forse è uno degli aspetti interessanti del libro).
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